Stock option: cosa sono e come funzionano

ForexGraficiPer incrementare la produttività  dei propri dipendenti (generalmente manager e dirigenti) ed incentivarli a raggiungere gli obiettivi, le società  per azioni spesso utilizzano strumenti legati al mondo dei mercati azionari, ossia le stock option. Ma di cosa si tratta e quali vantaggi ne possono trarre i dipendenti? In questo approfondimento vedremo cosa sono le stock option e come funzionano, in modo da capire come sfruttare questi strumenti a proprio vantaggio e trarne maggiori profitti.

Cosa sono le stock option

Le stock option in sostanza sono opzioni call che danno diritto ad acquistare le azioni societarie ad un prezzo prestabilito (strike price): se l’azienda quindi fornisce ai propri dipendenti questi strumenti sta dando loro la possibilità  di acquistare delle azioni della società  ad un prezzo che potrebbe essere decisamente vantaggioso rispetto al loro valore di mercato effettivo.

Questo significa che, qualora il prezzo delle azioni di quella società  dovesse crescere e diventare superiore dello strike price, colui che è in possesso delle stock option avrebbe la possibilità  di rivenderle immediatamente e quindi trarne profitto in termini economici.

Come funzionano le stock option

Nei piani di stock option si possono distinguere 3 fasi ben precise: in un primo momento (granting) l’azienda fornisce le opzioni call ai propri dipendenti, dando quindi loro la possibilità  di acquistare un determinato numero di azioni societarie ad un determinato prezzo predeterminato. A questa prima fase segue quella di vesting, ossia il periodo che precede il momento effettivo in cui è possibile acquistare le azioni, chiamato invece exercising.

Se nel periodo che va dalla prima fase (granting) all’ultima (exercising) le quotazioni delle azioni dovessere crescere, il dipendente potrà  trarne vantaggio.

Tassazione delle stock option

Dal punto di vista fiscale, fino al 2008 le stock option rappresentavano un grande vantaggio per i dipendenti perchè godevano di un regime agevolato con un’imposta sostitutiva pari al 12,50% e quindi decisamente conveniente. Oggi però le cose non stanno più in questo modo: la differenza tra il valore che avevano le azioni nel momento del granting e la cifra corrisposta dal dipendente costituisce a tutti gli effetti un reddito che va inserito in busta paga e risulta soggetto alla stessa tassazione ordinaria.